Perché si reprimono le emozioni?

Come riconoscerle

Con una vita sempre più frenetica da dover gestire, una vita che ci fa provare un’enormità di emozioni, anche contrastanti tra loro, reprimere quelle negative è diventato molto comune.
Decidendo di non esprimerle è come se sminuissimo il problema che ha generato quell’emozione, si cerca cioè di “sdrammatizzare”: “vedrai che poi passa”, “non è così grave, si può risolvere”. Così facendo, tuttavia, si diventa nel tempo sempre meno capaci di riconoscerle e di viverle pienamente.

Ripercussioni

Per esempio, se ho paura ma non ne sono pienamente consapevole, rischierò sempre di comportarmi di conseguenza, evitando le situazioni, o temendo di non essere in grado, o percependo sempre un senso di precarietà. Un altro esempio è la rabbia repressa che potrebbe portare a non avere continuità nelle relazioni, a divenire litigiosi o a soffrire continuamente dentro, pur mantenendo una calma apparente.
L’impatto che ha una emozione repressa su di noi è forte e può ripercuotersi sia a livello fisico, con dolori muscolo-scheletrici, irrigidimenti, tensione, stress, sia a livello cognitivo, con fatica a concentrarsi, perdere la memoria, e anche a livello relazionale rivivendo sempre le stesse situazioni e riproponendo inconsapevolmente quei modelli relazionali che portano sempre ad un vicolo cieco.

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